Correlazione tra visione e sport

L’atleta compie velocemente e in modo coordinato varie e complesse azioni, riadeguando in continuazione i propri comportamenti neuro-muscolari. Ebbene, sono le immagini raccolte dagli occhi a fornire al cervello la maggior parte delle informazioni che fanno da substrato alle specifiche azioni effettuate con le braccia, le gambe, il capo e il busto.

La Visione è il segnale che dirige il corpo in quanto fornisce agli atleti le informazioni per quanto riguarda dove, come  e quando muoversi; pertanto rappresenta il senso primario responsabile di una buona prestazione sportiva.

Ogni sport richiede un insieme di abilità visive e proprio la formazione di queste migliora le prestazioni.
Da decenni si è stabilito che quando il sistema visivo non riceve messaggi in modo preciso e rapido, il sistema motorio può soffrirne. E’ importante ricordare che  le abilità sportive  sono una delle attività più complesse per il sistema visivo.

Alcune delle abilità visive richieste agli atleti sono:

  • Flessibilità accomodativa e di vergenza: allineare gli occhi in uno stesso punto e mettere a fuoco correttamente
  • coordinazione occhio-mano  e occhio piede
  • movimenti saccadici
  • velocità nella percezione della profondità di campo
  • tempo di reazione, localizzazione spaziale e velocità di riconoscimento
  • campo visivo periferico, per anticipare l’azione dell’avversario, così come raggiungere l'obiettivo.
 

Attraverso prestazioni visive ottimali si compie l’azione appropriata nel minor tempo, con una minima quantità di stimoli necessari, con il minimo sforzo e per periodi di tempo anche prolungati.

 

Come sottolineato dall’atleta Lydia Clanton e dal portiere Richard Bachman, la terapia visiva li ha aiutati a raggiungere alti livelli.

 

Ci sono ampie prove scientifiche che dimostrano che  l’allenamento visivo, somministrato su base individuale, seguendo particolari linee guida specifiche per ogni abilità, conduca ad una prestazione di alto livello,desideratodalla maggior parte degliatleti.

L’optometria insegna che l’eccellenza sportiva, come quella scolastica, non dipendono solo da capacità fisiche innate o elevati quozienti di intelligenza, ma da come il nostro sistema visivo lavora.

Il vedere infatti è una elaborazione dati del cervello e, quindi, più elaboriamo in tempi ristretti e più il nostro gesto risulterà in simbiosi con quella che è la necessità.